Trebisacce, 118 diventa centralino telefonico. Ecco la sanità “fai da te” dell’Alto Jonio
La postazione del 118 del “Chidichimo” di Trebisacce trasformata in un centralino telefonico. Sembra una battuta e invece è l’amara realtà: quando un paziente che si viene a trovare in situazione di emergenza viene trasportato dai familiari presso la sede dell’ex Pronto Soccorso e non trova nessuno perché l’èquipe medica nel frattempo è impegnata in un altro soccorso, può utilizzare un telefono fisso, messo a disposizione dall’Asp e chiamare la centrale operativa di Cosenza che, dopo aver accertato attraverso il filo la gravità del caso, attraverso lo stesso filo consiglia al paziente, o ai suoi familiari, di aspettare, se l’ambulanza è in arrivo, oppure suggerisce un’altra destinazione se i tempi sono più lunghi.
Questa sarebbe la cosiddetta medicina d’eccellenza e soprattutto questo è il potenziamento dei servizi per affrontare l’emergenza-urgenza che, chiuso l’ospedale con la promessa della sua riconversione in Casa della Salute, doveva essere attuato. Tutto questo, insieme alla difficoltà di trovare un posto-letto negli ospedali-spoke della Sibaritide, induce la gente dell’Alto Jonio, ma anche quella dell’Alto Tirreno che vive gli stessi problemi, a rivolgersi agli ospedali della vicina Basilicata. Cresce così, piuttosto che diminuire, la migrazione sanitaria, con una grossa fetta di bilancio della nostra sanità che va ad impinguare le casse della regione Basilicata la quale invece, proprio per evitare la migrazione passiva ed incentivare quella attiva, ha potenziato gli “ospedali di confine”, sia per dare riposte ai lucani che risiedono nelle periferie delle province di Matera e Potenza, sia per attrarre migrazione sanitaria dai paesi di confine della Calabria. Cosicchè l’ospedale più accessibile per i calabresi è sempre fuori regione. In questo contesto Policoro (MT) diventa sempre più l’ospedale di riferimento per gran parte dei paesi dell’Alto Jonio sia per la qualità dell’offerta che per la minore distanza e Lagonegro (PZ), dove sono già impegnati 80milioni di euro per costruire un nuovo ospedale con ben 200 posti-letto, diventa sempre più l’ospedale dei paese dell’Alto Tirreno.
Pino La Rocca