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Mandatoriccio. A scuola con i nonni si imparano gli antichi mestieri

Mandatoriccio. A scuola con i nonni si imparano gli antichi mestieri
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di Federica Grisolia – Le porte dell’Istituto Comprensivo Mandatoriccio, martedì (11 ottobre), sono state aperte ai nonni, ovvero, agli anziani che risiedono nei cinque comuni che compongono l’Istituto (Calopezzati, Campana, Mandatoriccio, Pietrapaola e Scala Coeli) in cui è dislocata la scuola, guidata dalla dirigente scolastica, Mirella Pacifico. L’attività realizzata non resterà circoscritta al solo contatto fra bambini/ragazzi e anziani ma, al contrario, nell’ambito del progetto “La biblioteca umana”, che porterà gli alunni a redigere appositi fascicoli su quanto ascoltano o sperimentano insieme alle persone con cui si troveranno a interagire nei tre anni di durata del progetto. I sedici plessi di Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di Primo Grado, sono già trasformati in altrettanti laboratori, nei quali “maestri d’eccezione”, vale a dire i  nonni, hanno insegnato ai bambini e ai ragazzi a preparare la pasta, il pane, il grano grattato, la ricotta e i formaggi, i cestini in vimini, i filari di castagne, le bambole di pezza. Inoltre, hanno fatto vedere loro come realizzare bei ricami, centrini graziosi, calze di lana e caldi maglioni. Non basta. Hanno mostrato come si lavorava il legno, si facevano i gelati, si cuoceva il pane, si filava la lana, si pulivano le verdure, si costruivano le case, ma anche in che modo ci si divertiva con giochi semplici, come la campana o le bambole di pezza, il modo in cui si ballava. Gli stessi hanno raccontato aneddoti e storie varie. Hanno parlato della scuola di un tempo, delle estati, dei pomeriggi trascorsi nelle case e in compagnia, delle feste della loro gioventù, dei giochi tradizionali.

L’interazione fra “nonni” e “nipoti” ha consentito anche un’analisi, dalla valenza sociologica, circa le differenze tra ieri e oggi, «evidenziando – ha commentato la dirigente Pacifico – come il progresso ha, da un lato, migliorato il tenore di vita e abolito alcune pratiche poco edificanti ma, dall’altra, ha anche anestetizzato il sano divertimento, il piacere di stare insieme, la gioia nelle piccole cose, il desiderio della conquista». L’azione formativa ora proseguirà all’interno delle aule con la rielaborazione personale degli allievi di quanto visto e ascoltato.

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