Corigliano. Il calore della gente per San Francesco di Paola tra spiritualità e festeggiamenti
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di Cristian Fiorentino – Cinque giorni di festa in onore del Santo Patrono vissuti tra spiritualità, diversi momenti e una massiccia presenza. La pandemia degli ultimi anni e le restrizioni imposte hanno fatto per certi versi desiderare alcune ricorrenze di condivisione, tra cui proprio la festa patronale del 25 aprile. Come ha ricordato lo stesso Padre Giovanni Cozzolino l’auspicio è che “Ci sia un ritorno vero a Dio anche attraverso San Francesco e che si badi all’essenziale e alla concretezza”. L’indice di partecipazione è dato non solo dalle persone che hanno invaso il centro storico ma anche dai devoti che nelle tappe dello scalo e di Schiavonea hanno accolto calorosamente la statua del Santo. Il rapporto indissolubile tra S. Francesco e i coriglianesi, di vecchie e nuove generazioni, è emerso in toto nella sua forma più genuina e profonda. Il programma approntato e ben congegnato dai Padri Minini e dall’alacre commissione festa ha permesso un’organizzazione certosina.
Passando alla rassegna dei momenti più significativi la visita del 21 aprile alla casa di riposo s.r.a “San Pio e Madonna dell’Immacolata” ha regalato sicuramente gioia ad anziani e malati. Le peregrinatio della “Sacra Effige” del 24 aprile allo scalo coriglianese, presso la chiesa “San Giovanni XXIII” e a Schiavonea, prima alla Madonnina per la cerimonia della “Gente di Mare e per i Caduti in Mare” e poi presso la parrocchia “Santa Maria Ad Nives”, ha testimoniato l’affetto del popolo attraverso vari momenti di preghiera. Periodi di riflessione proseguiti al ritorno in paese e l’accoglienza sentita dei coriglianesi che hanno scortato il Santo nella sua “Casa” non prima degli immancabili fuochi a Sant’Antonio e dell’infiorata, a cura dell’ass. “Coriglianesi nel Mondo”, sotto l’antico arco e acquedotto di Via Roma, ideato e voluto dallo stesso S. Francesco negli anni della sua permanenza a Corigliano. Attimi preceduti dal messaggio di Sua Eccellenza Monsignor Fiorini Morosini, Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria-Bova, che ancora una volta ha ricordato la venuta di Francesco a Corigliano con il suo bastone sormontato dalla croce che ancora oggi si custodisce nel santuario coriglianese come reliquia preziosissima. Benvenuto caloroso,
oggi come nel 1475, che deve andare al di là del grido “Ebbiva ru Vijecchi” per essere concretamente un popolo credente e incarnare i valori cristiani della regola dell’essere “Minimi”: non avendo paura di denunciare il malaffare, le ingiustizie, le disuguaglianze per favorire la pace, la comunione e la carità e bandire le divisioni. Monsignor Morosini ha anche rimarcato il concetto di sensibilizzare i figli ad una fede vera e non per la moda di dover fare i sacramenti, e soprattutto il legame indivisibile con Corigliano citando la Lettera di S. Francesco ai Procuratori dell’epoca dell’eremo di Corigliano Calabro “Correggetevi per l’avvenire e pentitevi del passato perché il Signore vi aspetta a braccia aperte”.
La giornata clou del 25 aprile è stata un continuum di funzioni e emozioni dalla Solenne Messa presieduta dall’Arcivescovo Maurizio Aloise e dal sermone edificante durante l’omelia incentrato sul concetto di eremo e del farsi minimi secondo la regola di S. Francesco. Tra i momenti più suggestivi l’accensione della “Lampada Votiva” al mattino in chiesa e la consegna delle “Chiavi al Santo Primo Cittadino”, a “Palazzo di Città” a piazza del Popolo, nel pomeriggio. E ancora la processione per le vie del centro storico, il transito dal “Romitorio”, casa di S. Francesco nel suo periodo coriglianese e da lui costruito, prima del ritorno al Santuario al canto “Te Deum” con il bacio della “Sacra Canna” con cui per intercessione di San Francesco furono respinti gli assalti dei turchi al convento coriglianese nel 1538. Da rammentare la presenza durante le celebrazioni e molte processioni in questi giorni del Padre Provinciale Francesco Maria Trebisonda che da buon Minimo coriglianese non ha fatto mancare la sua presenza.
Una menzione particolare ai portatori della statua che con spirito di sacrificio e dedizione hanno scortato instancabilmente il Simulacro del Santo Patrono ovunque. Molto apprezzata e visita in questi giorni di festa anche il vico Primo San Giacomo, adiacente a chiesa ed eremo, ristrutturato e riqualificato da poco tempo dall’associazione culturale #Ri-Bellezza con venti pannelli in alluminio raffiguranti le effigi di ogni periodo, dal 1500 ad oggi, e con alcuni miracoli e massime del Santo. Nelle processioni del 23 e 25 aprile si è esibita l’ass. “A. De Bartolo” e il 22 e il 24 dall’ass. musicale e culturale “Città di Corigliano-Rossano”.