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Docufilm “Un giorno con…Kim De Renzio”. Le contraddizioni rincorrono la verità

Docufilm “Un giorno con…Kim De Renzio”. Le contraddizioni rincorrono la verità
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di Federica Grisolia

Da una parte il bianco, con il suo candore, a rappresentare le emozioni più belle e gli eventi positivi, dall’altro il nero, le esperienze negative, il buio che inevitabilmente si presenta nella vita di ognuno, per poi essere attraversato e superato. E’ la raccolta poetica di Kim De Renzio, autrice originaria di Milano, che ha inquadrato nella sua opera “Il bianco e il nero” le contraddizioni dell’esistenza umana, analizzando situazioni, luoghi e sentimenti che nascono dalla sua intimità. A parlare della sua vita “di opposti” e del suo rapporto con la scrittura è la stessa poetessa, intervistata dal maestro Hafez Haidar, in un docufilm targato Aletti editore. (https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=Bjko_EqgdY0).

Diverse le tematiche affrontate durante il dialogo con la De Renzio, in cui il professor Haidar – già candidato al Premio Nobel per la Letteratura, la cui traduzione del famoso libro “Le mille e una notte” è diventato un best seller – sottolinea gli aspetti salienti della sua poetica. Si parte con lettura della silloge “A mio padre”. Io so che lo sai, ma la differenza è che tu fai resistenza alle emozioni e ti sottrai. Dove nascondi il tuo cuore, padre?”. E’ un accorato appello d’amore in cui l’autrice vorrebbe smuovere le emozioni più intime di suo padre e fargli aprire un cuore solitamente troppo chiuso, a causa della sua eccessiva riservatezza. Ma la mancanza di dialogo tra genitori e figli è un problema sociale molto diffuso – come sottolinea lo stesso Haidar – in una società che corre veloce, invasa dai social e dalla tecnologia. La famiglia, al contrario, dovrebbe essere il primo luogo in cui plasmare coscienze più consapevoli e sicure di sé.

“Richiesta d’affetto” è il titolo di un’altra lirica che Kim De Renzio legge nel suo docufilm. I versi parlano di “Un ritratto familiare: un lungomare vuoto; una finestra accesa che invita a festa”. Una poesia che diventa quasi un quadro da poter immaginare davanti ai propri occhi: il lungomare è quello di Rapallo (Genova) e in lontananza si vede una luce accesa. Quella luce, per l’autrice, rappresenta la speranza e, in particolare, la sua ispirazione, ciò che la fa sentire viva. Il maestro Haidar la paragona ad una luna che spunta in cielo e ispira la poetessa con le sue gioie e dolori, i suoi pianti e sorrisi, amore e odio. Una vita che oscilla tra la luce e il buio, alla ricerca dell’ignoto. Ed è questa la forza della sua creatività. «La poesia – per Kim De Renzio – è una ricerca continua di sorpresa (sorprendersi e sorprendere gli altri) e della verità, che non può essere assoluta ma indefinita». Scrivere diventa terapeutico nelle difficoltà e, sebbene avvenga spesso di getto, l’autrice rielabora i suoi versi se il finale in rima non riesce ad esprimere ciò che desidera. “Il bianco e il nero”, oltre ad essere il titolo dell’opera, è anche una poesia. “La condizione che mi spaventa non è la morte, ma l’assenza di pensiero, la vita che prosegue lenta nascosta dietro a porte, credere a un vento passeggero”.

Nella lirica “Sogno ricorrente” si affronta, invece, la tematica del tempo. “E’ il tempo che m’ inghiotte o io che inghiotto il tempo? Non è un nemico se ne so la rotta e ne prevedo il cambiamento”. Qui la poetessa considera il tempo come se fosse un nemico, un ladro, perché non basta mai per fare ciò che appassiona. Proprio come avviene nel “Sabato del villaggio” di Leopardi, laddòve il tempo scorre malinconico al pensiero di trovarsi davanti ai “doveri del lunedì”. La penna di Kim De Renzio è spesso ispirata dall’amore, gli affetti, le esperienze intraprese in viaggio, la guerra, ma soprattutto è un inno di speranza. Una vita da vivere “in un eterno girotondo, con gli occhi aperti in sogno”.

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