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Torino. “Emozioni nel terzo millennio” tra le parole leggere del Salone del Libro

Torino. “Emozioni nel terzo millennio” tra le parole leggere del Salone del Libro
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di Federica Grisolia

Ha l’arduo compito di andare controcorrente in un mondo sempre più frenetico, perfezionista e digitalizzato, la poesia di Sebastiano Bucolo e Alessia Sanavio che, a quattro mani, hanno scritto “Emozioni nel terzo millennio”, opera pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti editore. La silloge – raccontata in quarantasei capitoli, equamente suddivisi tra i due autori – sarà presentata al Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma dal 15 al 19 maggio prossimi, negli spazi del Lingotto Fiere. Il tema della kermesse sarà “Le parole tra noi leggere”, ispirato dal titolo del libro di Lalla Romano, a sua volta preso in prestito dalla poesia di Eugenio Montale Due nel crepuscolo. E, di certo, anche Bucolo e Sanavio, nella loro raccolta (disponibile nella versione e-book), danno centralità alla parola – come sottolinea, nella Prefazione – il maestro Giuseppe Aletti, poeta, editore e formatore, titolare della omonima casa editrice. «In un mondo dominato dalla comunicazione veloce, quasi abbozzata, spesso permeata da superficialità, i due autori si pongono come obbligo quello di ridare valore alle parole, poiché in poesia il contenuto e il contenitore si equivalgono, e grazie al linguaggio utilizzato nella raccolta l’idioma torna a essere evocativo a comunicare per immagini e a volte per analogie, come nella migliore tradizione letteraria italiana».

Si tratta di un racconto di stati d’animo, che influenzano, di volta in volta, l’interpretazione del mondo osservato e percepito dall’autore nel momento in cui scrive. Sebastiano trova maggiore ispirazione nei paesaggi circostanti, Alessia nelle liriche d’amore. Da qui nasce uno scambio dove l’uno ha ispirato l’altra. «Il messaggio che fa da filo conduttore alle varie tematiche che si intrecciano – spiega la giovane autrice di Torino, laureata in Tecniche Audiometriche e Tecniche Audioprotesiche con un master in Comunicazione e Marketing – vuole promuovere una rottura del millennio in cui viviamo, il terzo, a favore di un ritorno alle emozioni». Nella maggior parte dei componimenti vengono utilizzati i versi liberi. In alcuni, invece, viene utilizzata la rima sia in forma alternata che invertita. Le strofe sono rappresentate, per la maggior parte, da quartine e sestine con lunghezza variabile del verso. «Non è possibile che l’uomo del terzo millennio – sostiene Sebastiano Bucolo, medico specializzato in Otorinolaringoiatria e Audiologia, nato a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) ma che vive a Torino – si prepari ad andare su Marte e non riesca a rimuovere le povertà e le disuguaglianze sociali; che sia in grado di risolvere le complesse problematiche della fisica e della matematica e non quelle assai più comprensibili ma ben più importanti dell’anima sua».

La scrittura ha, così, il potere di ispirare e donare immortalità al reale, da cui prende vita, osservando la natura, i paesaggi, gli amori, a cui, nell’opera, si aggiunge un capitolo sui pensieri, perché, oltre alla capacità di descrivere la realtà, è importante quella di astrazione e fantasia. «Non tutto ciò che si vive riesce ad essere descritto. Una componente – secondo la Sanavio – rimarrà sempre inespressa, a discrezione della libera interpretazione del singolo che la colmerà donandogli unicità». Attraverso la loro penna, i due autori conducono per mano in un viaggio introspettivo. «Vorremmo che il lettore – conclude Sebastiano Bucolo – riuscisse a staccarsi delicatamente dal suo mondo e ad entrare in quello che noi gli proponiamo temporaneamente, conservandone per sempre qualche gradito frammento». E tra le “parole leggere” del Salone del Libro, ci saranno anche quelle di Sebastiano e Alessia, che parla di «un’occasione unica». «Abitando entrambi a Torino è un evento al quale siamo particolarmente legati. È un sogno partecipare quest’anno in veste di scrittrice insieme ad uno dei miei più cari amici e colleghi, vivendo l’esperienza nella sua completezza».

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